ATTACCO AL PENSIERO. Una riflessione psicoanalitica su “BLACK MIRROR”
Tra le iniziative del Laboratorio Psicoanalitico, quest’anno proponiamo un approfondimento sul tema del “virtuale” e come, sempre di più, esso si sostituisca alla realtà, spesso sviluppando condizionamenti alienanti le condotte umane.
Per far questo ci avvarremo della visione di alcuni episodi di una serie di successo dal titolo “Black Mirror”.
Black Mirror è una serie televisiva antologica, trasmessa per la prima volta in Italia nel 2012 su Sky Cinema. Le storie e i personaggi sono diversi per ogni episodio ma hanno una particolarità in comune: tutte le trame sono ambientate in un futuro neanche troppo remoto, ispirate alla contemporaneità, e centrate sull’introduzione delle tecnologie, in particolare nel campo dei media. Il titolo infatti si riferisce allo schermo nero degli smartphone.
Chi avrà avuto modo di seguire qualche episodio sarà rimasto colpito dalla perversione che taluni dispositivi introducono nelle dinamiche tra le persone.
Ciò che risulta inquietante è che tale condizione non è affatto moderata nè tantomeno contrastata, piuttosto viene sostenuta dal Sistema sociale e considerata come progresso ed evoluzione, mentre viene del tutto ignorata la pericolosità e negato ciò che chiamiamo “attacco alla pensabilità”.
Black Mirror parla di storie in cui tutto ciò che accade è privato (o de-privato) dallo spessore e dalla competenza del l’inconscio, “luogo” nascosto e sconosciuto eppure sempre presente e influente nelle nostre vite, persino quando dormiamo.
I personaggi sembrano piuttosto animati da volontarietà non proprie ma “fatte” proprie, e soggetti ad una sottilissima e riuscita manipolazione invisibile, che inghiotte e induce condotte straordinarie poiché fuori dall’ordinario.
In tale condizione si elicita l’assenza di pensabilità, laddove la mente, spinta dalla suggestione della virtualità e dalla eccitabilità da questi indotta, scivola in logiche perverse e alleanze oltraggiose fino all’inclusione nel proprio funzionamento mentale; una condizione che si potrebbe definire “globalizzazione” della crudeltà e del sadismo come si vedrà in particolare nell’episodio Orso Bianco e Arkangel.
Un altro aspetto inerente il tema che vogliamo trattare è la massificazione conseguente ai condizionamenti e alle strumentalizzazioni del pensiero. In tal senso, il modo di pensare, di provare sentimenti e mal-trattare gli affetti subisce un conformismo verso il basso che sviluppa una prospettiva sociale da branco o da gregge. Subentra un’ impressionante omologazione psicologica che induce negli individui comportamenti selvaggi, simili a quelli descritti da Saramago in Cecità. Una sorta di contagio.
È qui che, ancora una volta, sembra si possa delineare la presenza di un pericoloso attacco al pensiero con la conseguente acquisizione di comportamenti gruppali acritici fino ad un’alterazione dell’esame di realtà .
Sono tre gli episodi scelti che vedremo uno per mese e a cui seguirà un dibattito tra chi vorrà intervenire.
– Arkangel (4 S)
– Hang the DJ (4 S)
– Orso Bianco (2 S)
Donatella Lisciotto